Il "misterioso" Alabardiere del Pontormo torna a Firenze | Gold Fashion Italy
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Il “misterioso” Alabardiere del Pontormo torna a Firenze

Il “misterioso” Alabardiere del Pontormo torna a Firenze

Sarà stato per la lunga catena d’oro e la medaglia appuntata sul copricapo rosso, anch’essa del nobile metallo e che raffigura la scena di Ercole che lotta con Anteo se per molto tempo e ancora oggi il giovane ritratto da Pontormo, più conosciuto come L’Alabardiere, sarebbe da identificarsi in Cosimo De’ Medici, figlio di Giovanni dalle Bande Nere, e che più volte era ricorso al simbolo di Ercole che appariva sul sigillo della città già dal 1281 a simboleggiare la lotta contro la tirannide.

Il celebre dipinto, oggi conservato al Getty Museum di Los Angeles che lo acquistò nel 1989 per la cifra di 32, 5 milioni di dollari è ritornato a Firenze, dopo quasi trenta anni e in occasione della mostra appena inaugurata dal titolo “Incontri miracolosi : Pontormo dal disegno alla pittura” a cura di Bruce Edelstein si trova esposto nella Sala delle Nicchie di Palazzo Pitti insieme ad altri capolavori del Pontormo, la Visitazione, la celebre pala di Carmignano e il Ritratto di giovane uomo con berretto rosso proveniente da una collezione privata londinese. Completano la preziosa esposizione alcuni disegni preparatori ed altre opere, come incisioni, dipinti, arazzi.

Ma chi era l’Alabardiere? Il quesito pare non essere stato ancora completamente risolto visto che sul catalogo scientifico della mostra accanto all’ipotesi, ormai ampiamente accettata dalla maggiori parte degli studiosi, di Francesco Guardi, compare tra parentesi un punto interrogativo. Fu lo stesso Vasari ad indicare come soggetto di un ritratto da parte del Pontormo, il giovane soldato della Repubblica Fiorentina durante il periodo dell’assedio della città, in Francesco Guardi. Vestito elegantemente in rosso e bianco, armato di alabarda e con la spada nel fodero sul fianco sinistro, il giovane sui sedici anni di età, ha lo sguardo fiero e risoluto di colui che  vuole difendere a tutti i costi la sua libertà. Secondo altri il ritratto sarebbe quello di Ercole Rangone, giovane nobile fiorentino che si era arruolato nella milizia repubblicana.

Da non sottovalutare poi le questioni cronologiche legate alle diverse identificazioni. Se si trattasse di Francesco Guardi, il Pontormo lo avrebbe dipinto durante i mesi dell’assedio di Firenze, fra l’ottobre del 1529 e l’agosto del 1530, al contrario se si trattasse di un ritratto di Cosimo I dovrebbe essere stato eseguito poco dopo l’agosto del 1537. Come sottolinea Davide Gasparotto che insieme al curatore della mostra ne ha curato il catalogo, “ La datazione del ritratto oggi al Getty alla fine degli anni Venti porta dunque a concludere che esso possa essere identificato con il ritratto di Francesco Guardi celebrato dal Vasari come “opera bellissima” dipinta al tempo dell’assedio di Firenze. Francesco, nato nel 1514 e allora fra i quindici e i sedici anni, appare raffigurato mentre monta la guardia di notte di fronte a uno dei bastioni delle mura cittadine, verosimilmente in una proprietà denominata la “Piazzuola” di fronte a San Miniato, in quel momento minacciata dai cannoni nemici”.

 

 

 

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